lunedì 20 agosto 2007

il Comandante Baravelli


Il Comandante Baravelli fu uno dei personaggi più importanti e misteriosi della querra aprtigiana sul fronte gotico. Nessuno conosce esattemente le sue origini. Una teoria vuole che sia un Fortitudino che abbia subito un scock talmente forte nella finale scudetto con il tiro di Danilovic (che il Profeta lo inchiapetti con il minareto di tutte le moschee presenti nel territorio che va da Casablanca a Istanbul...) da prendere le armi contro l'invasore nazi-fascista. C'è invece chi sostiene che fosse un nobile, Tal GianLuca Corazzari del Monzuno y Tallerina principe di Hera e Cavalier della BMW, ripudiato dalal famiglia per aver cantato l'inno ufficiale della famiglia in un gigantesco, sonoro e peccaminoso rutto alla presenza del Cardinal Oronzo del Tatto.
Di fatto le cronache lo vogliono Comandante della "Brigata Partigiana Gnocca Rossa (ma anche bionda o mora vannobene lo stesso)" accampata alle Isole Sapaba. La Brigata guidata dal Comandante e composta, pare, da Beppe Maniglia, Renzone del Katia, Massimo Ciavarro, Dan Peterson, Pinone Lorenzo, Loris "Giulio" Marchini, Emerson Fittipaldi, Gepi & Gepi, Mauro "uno di noi" Madrigali e Lodetti compiva brevi raid sulla riviera romagnola a ravanare le tognine e dando così un duro colpo al morale nazi-fascista.
Sopravivvevano di piada e pesce gatto che il Comandante pescava con le sue mani utilizzando un carburatore del 18, quando si accorsero che mancava il sale.
Allora il Comandante ordì una grande sortita. Nottetempo attaccarono le postazioni germaniche, presero le saline di Cervia, il Bagno Loris e la trattoria il Pescatore di Gatte a Mare dichiarando così la Libera Repubblica di Monzuno Marina.
Solo l'intervento politico del Generale Alexander li convinse a ritirarsi presso l' Osteria del Ciccio.
Ancora ad oggi interrogando il vecchio reduce Giulio "Zio" Marchini, traspare la motivazione intrinseca di tale, epico attacco in queste memorabili parole: "Al Cumandant a l'era scatè la mola edl nervous !"

Aspetti misconosciuti (ma non per questo meno importanti) della lotta partigiana


Uno die momenti più epici della lotta partigiana, fù certamente la battaglia di Monte Crescenta. L'origine di questo aspetto eroico del conflitto è da attribuirsi ad una profonda divergenza ideologica che crepava pericolosamente il fronte partigiano. Da una parte il Comandante Baravelli, che da Troskista internazionalista, dopo un passaggio al liberismo motociclista e una deriva filomassimalista era diventato decisamente un porco virtussino. Dall'altra il Partigiano Kuerk che partendo da posizioni social proudhiane e girando a destra verso le idee del Bar Sport, si era assestato su poszioni da porco fortitudino quale era.
Il conflitto ideologico appariva insanabile e i due, per nonmettere a repentaglio l'intero movimento decisero di avviare un confronto. Esso avvenne presso Villa Tina regina della crescentina. Presenti Giulio Zio Marchini (che fungeva da moderatore), Charlie Caglieris, il guardiano del faro, Jean Mary Pontello, Enzo Seleni e Massimo Ciavarro, i due si confrontarono. Ne venne fuori un dibattito ricco di spunti ideali interessanti (la Virtus è una merda ; la Fortitudo è una cacca e viceversa)in cui i due diedero forti prove di stima reciproca (fortitudino di merda; virtussino del cazzo e viceversa)in cui ci furono anche delle aperture reciproche (spero che il tetto del palazzo vi cada in testa quando siete sopra di un punto ad un secondo dalla fine della finale scudetto; spero che alla finale di Eurolega venga scambiata la bottiglia del the con quella de Guttalax....)ma infine si arenò su posizioni inconciliabili anche perchè era finito il vino. In quel frangente un folto gruppo di tedesci diede l'assalto alla Villa, allo scopo di conquistare l'ultima porzione di crescentine. "Gli abbiamo fregato due mondiali figurati se gli facciamo fregare le nostre crescentine" dichiarò uno dei due. "Tanto più che le accompagnerano con bevute di Sprite" gli fece eco l'altro. Subito fu battaglia furibonda. La storia racconta come, a colpi di castrato e pancetta i partiginai difesero strenuamente la villa, respingendo i tedeschi che ripiegarono su wurstel e cavolo.
Da lì, l'evento passò alla storia con le parole di Loris Giulianini (che il Profeta gli avviti il sellino dell abici quando ci sale al volo)il quale , uomo di grande spessore etico romagnolo, di grande profilo tardo romantico con capitelli im marmo, di intelligenza quattro per quattro con bifido attivo e di sessualità marmorea benchè sottodimensionata rispetto alla media europea, scisse:
Ciò che il basket divide, la gnocca calda unisce.

sabato 9 dicembre 2006

Natale Zannone (i babbi Natali nella filosofia Zannona)



Secondo la tradizione popolare, "Santa due di picche" guida un bob trainato da una muta di Baravelli e con una cesta piena di aperitivi.
Si introduce nelle case attraverso le cappe fumarie (in cui scivola comoda comoda) e mentre deposita i regali se qualche bambino curioso, indicando la cesta le chede: Me la dai ?
lei risponde: NO !






la figura del "Babbo Oronzo" è molto diffusa nelle zone del Rastignanese. Pare che nella notte del Natale visiti le case recando lasciando regali e cercando patonze. Purtroppo suo malgrado, spesso trova case già visitate da "Santa Due di Picche"...










"Santa Annina" è la figura mitica del Natale ben conosciuta al Pilastro. Lì è viva la tradizione di lei che con il suo cinquino blu, con i Pooh a tutto volume e un barboncino frikkettone sul sedile dietro, porta i regali che i bambini le hanno chiesto con apposite letterine che lei ha corretto degli errori di sintassi.
Capita spesso però che il giorno del Natale sia in concomitanza con la programmazione tv di Perry Mason, e quindi si crei la situazione raffigurata qui di lato.









"Zio Natale" (conosciuto anche come "Babbo Pàtaca") scorazza per la Romagna a bordo del suo pedalò guidato da una muta di ingegneri con esperienza di cantiere.
Solitamente avvistabile per via del collo che, in determinate occasioni, assume il colore del berretto, Zio Natale ravana a vuoto per i cieli, frulla nel nulla dei camini e, infine, consegna i regali intorno al 15 di Agosto.
























"Chiappa Natale" con la sua slitta trainata da degli Jago e dei Grillo è una figura particolarmente amata dai bambini in quanto la sua fronte spaziosa gli permette di tenerci incollati fino a 250 post-it adesivi con richieste di regali.
Già dal 15 di Novembre ingoia ettolitri di Polase e alla sera della vigilia in poco tempo consegna tutti i doni e se qualcuno si lamenta ribatte: Frega niente, io consegno i regali e basta." Spesso, per la fretta non guarda dove scende e al mattini i bambini lo trovano infilato nell'albero di natale, al posto della cima.


















"

"Fuffo Natale", con la sua divisa in pile rosso e blu e sciarpa nera, porta pesciolini, tararughe e scarpe da calcetto ai bambini che sono stati buoni con un vespino 50 trainato da dei Martinelli.
E' molto amato dalle mamme perchè si pulisce i piedi dopo che è sceso dal camino, dice "Buonasera" e a volte lascia dei Merloni in omaggio.



E infine Babbo Baggiano. La tradizione popolare vuole questa gifura mitica talmente zabadanaglia che passa spesso il suo tempo a stare seduto a fumare e non fare un cazzo. Di tanto in tanto fà anche cose utili come

FARE GLI AUGURI A TUTTI I ZANNONI !!!